Friday, October 3, 2008

100.000 computer per l'Internet
del futuro

GINEVRA
Si inaugura oggi al Cern la rete "Grid" (calcolo a griglia), proprio dove 17 anni fa nacque il World Wide Web. È nata per analizzare l’enorme quantità di dati che il più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) inaugurato il 10 settembre scorso, comincerà a produrre a partire dalla prossima primavera, quando sarà stato riparato il guasto che lo ha costretto a fermarsi poco dopo il suo debutto.

Con la potenza di calcolo di 100.000 computer, Grid è una rete distribuita che unisce 140 centri di calcolo di 33 Paesi. Grazie ad essa migliaia di fisici di tutto il mondo potranno analizzare l’enorme quantità di dati che ogni saranno prodotti dall’acceleratore Lhc: 15 milioni di Gigabyte, tanti quanti possono essere contenuti in una torre di Cd alta 20 chilometri, vale a dire alta 60 volte la torre Eiffel.

La nascita della Grid è un’impresa che parla in gran parte italiano. «L’idea è partita dall’Italia nel 1999, quando abbiamo cominciato ad affrontare il problema di come condividere le risorse per il calcolo dei dati dell’Lhc: ci eravamo resi conto che le tecnologie esistenti non erano adatte», spiega il direttore del Centro nazionale per la ricerca e sviluppo nelle tecnologie informatiche e telematiche (Cnaf) dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Mirco Mazzuccato. Ed è il Cnaf di Bologna, oggi, uno degli 11 nodi del primo livello della rete Grid, ossia uno dei nodi che riceveranno direttamente dal Cern i dati prodotti dall’acceleratore Lhc. Dall’idea italiana è nata nel 2001 la European Data Grid: «ha permesso di verificare che la tecnologia funzionava», prosegue Mazzuccato. «Volevamo - aggiunge - che i ricercatori potessero utilizzare i centri di calcolo in modo trasparente per evitare una fatica insostenibile». Proprio come era accaduto prima che nascesse il Web.

«Adesso la Grid è un prodotto finito, funziona bene ed è sicura», osserva l’esperto. I dati vengono inviati dal Cern a 11 nodi di primo livello e da questi redistribuiti ai centri di secondo livello. In Europa sono attivi 60.000 computer che fanno capo a 250 sedi di ricerca, negli Stati Uniti ce sono circa 30.000 e alcune migliaia sono in Asia, soprattutto a Taiwan, Giappone, Cina e Corea.

La rete Grid ha anche affrontato un lungo periodo di rodaggio: «a partire da un anno e mezzo fa abbiamo cominciato a utilizzare questa tecnologia per fare prove a livelli che si avvicinavano sempre più a quelli necessari con i dati dell’Lhc. Ora siamo pronti a partire». Nel frattempo la rete Grid ha cominciato ad essere utilizzata da gruppi estesi di biologi, genetisti, geologi e geofisici. In futuro potrebbe entrare nelle case, proprio come è accaduto con Internet.

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