Pistola e fucili
"A Roma pensano: al Nord sono un po' pirla. Parlano ma poi pagano, quindi non diamogli niente. E finora gli è andata bene. Noi padani pagavamo e non abbiamo mai tirato fuori il fucile, ma c'è sempre una prima volta" (Umberto Bossi, Ansa, 26 settembre 2007).
"Un governo Marini? E' meglio stare lontano dai morti, i cadaveri portano a fondo" (Umberto Bossi, Ansa, 3 settembre 2007).
"Lombardi e veneti sono pronti: la libertà va conquistata, anche con il fucile" (Umberto Bossi, la Repubblica, 26 settembre 2007).
"La libertà non si può più conquistare in Parlamento, ma con uomini lanciati in una lotta di liberazione. Senza la devoluzione, da qui possono partire ordini di attacco dal Nord. Io sono certo di avere dieci milioni di lombardi e veneti pronti a lottare per la libertà" (Umberto Bossi al "parlamento padano", presente Silvio Berlusconi, Ansa, 29 settembre 2007).
"Piccolo fuori programma durante la conferenza stampa congiunta tra Vladimir Putin e Silvio Berlusconi quando una cronista russa, Natalia Melikova, della Nezavsinaya Gazeta, domanda con una certa insistenza al leader Russo se fossero vere le indiscrezioni sulla sua relazione con una ex olimpionica di ginnastica artistica e altri dettagli sulla sua vita familiare e privata. Prima che Putin rispondesse, Silvio Berlusconi sorridente mima con le mani un mitra e lo indirizza verso la giornalista. Putin se ne accorge e annuisce. Quindi, sempre il presidente della Federazione russa replica che non è vero niente e che anche un uomo pubblico ha diritto ad una certa privacy chiedendo inoltre che nessuno 'metta il naso' nelle sue faccende private. Quindi Berlusconi, sempre ironizzando, ha chiesto a Putin un immaginario scambio, sempre scherzando: 'Se sei d'accordo io ti mando la stampa italiana da te e tu la stampa russa in Italia'. Al termine della conferenza stampa i due leader, circondati da decine di telecamere e di giornalisti sono tornati sulla vicenda. In particolare Silvio Berlusconi, rivolgendosi alla giovane minuta cronista ha detto: 'L'aspettiamo da noi la prossima volta'. Quindi, dopo aver presentato uno ad uno i giornalisti italiani presenti al leader russo gli ha indicato un noto 'retroscenista' italiano dicendogli: 'Tu ma lasci questa giornalista e io ti mando lui'. Ma la vicenda continua anche più tardi perché questa giovane cronista russa ha attirato l'attenzione di molti cronisti per essere scoppiata in lacrime visibilmente scossa..." (Ansa, 18 aprile 2008)
"Ancora una volta la satira fa arrabbiare la politica: a far scoppiare il nuovo caso è una vignetta all'interno di 'Emme' (inserto satirico dell'Unita'), dove si vede un uomo con una pistola puntata, obiettivo il ministro della Pubblica Amministrazione e dell'Innovazione, Renato Brunetta. Mauro Biani è l'autore. Ad accendere la miccia della polemica è Maurizio Gasparri: 'La satira è sacrosanta. Bisogna evitare in materia le polemiche. Ma non si può non rilevare la pericolosa ambiguità della vignetta contro il ministro Brunetta pubblicata oggi nell'inserto satirico allegato all'Unità'. Gasparri chiama in causa Concita De Gregorio: 'Non so se il direttore del quotidiano l'ha vista prima che fosse pubblicata. Sono certo che, accortosi dell'errore, vorrà scusarsi con il ministro Brunetta'. E infatti arrivano immediate le scuse di Sergio Staino, direttore dell'inserto satirico, e, a seguire, quelle della
direzione dell'Unità. Staino difende la buona fede che ha ispirato la vignetta: l'autore voleva esprimere 'disagio', ma anche 'vaneggiamento folle'. E tuttavia, aggiunge, se può essere interpretata diversamente, giustifica le scuse da chiedere ai lettori e al ministro della Pubblica Amministrazione e dell'Innovazione, Renato Brunetta. Anche la direzione dell'Unità interviene con una nota e si associa alle scuse di Sergio Staino pur sottolineando che si tratta di satira, priva perciò di intenti che possano generare
il sospetto di 'ambiguità'. 'La direzione dell'Unita', nell'associarsi alle considerazioni di Sergio Staino ivi comprese le eventuali scuse nei confronti di chi si fosse sentito offeso - si legge nella nota - fa tuttavia notare che Emme è un settimanale satirico ('periodico di filosofia da ridere e politica da piangere', si legge accanto alla testata) e che, dunque, l'evidenza del contesto non può ingenerare alcun sospetto di 'ambiguità' sugli intenti della vignetta. Contesto, quello di Emme, che, per la storia e la qualità degli autori e dei collaboratori, è lontanissimo da suggestioni violente, come d'altra parte è confermato dai riconoscimenti che negli anni gli sono stati tributati'. Nonostante le scuse, arriva comunque la dichiarazione del segretario del Pri Francesco Nucara il quale agita lo spettro dei cosiddetti cattivi maestri. A inquadrare la questione in un più ampio contesto è il leader del movimento dei Diritti Civili Franco Corbelli: 'Chi si scandalizza per la vignetta dell'Unità su Brunetta fa finta di non sapere che in Italia cova un forte e diffuso malcontento popolare che, non bastando
più la protesta di piazza, potrebbe sfociare in un pericoloso e incontrollabile ritorno alla violenza. Senza ipocrisia va detto, e lo diciamo noi non violenti, che quella vignetta dell'Unità, che è stato uno sbaglio pubblicare, ha comunque il merito di denunciare un allarme e un rischio reali, che bisogna assolutamente scongiurare e prevenire'" (Ansa, 29 settembre 2008)
(1 ottobre 2008)
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